La gestione delle grandi emergenze presenta certamente grandi difficoltà intrinseche; nonostante le continue implementazioni delle modalità di intervento, tuttavia continuano a permanere criticità significative, perché:
- si verificano con sempre maggiore frequenza in relazione a condizioni climatiche e geologiche;
- ricorrono anche nel contesto dei trasporti a causa sempre più complesse condizioni lavorative e produttive;
- richiedono professionalità ritenute non “paganti” perché comportano di investire su personale che deve mantenere competenze e non dovrebbe essere impegnato in altre mansioni;
- pur essendo i soccorsi disciplinati da norme nazionali e internazionali, si continuano ad evidenziare criticità connesse ancora troppo spesso con l’organizzazione della catena degli interventi;
- difficoltà nell’analisi del problema, deficit di comunicazione, ingentissime ricadute economiche e sociali hanno evidenziato come sia necessario, da parte delle Autorità competenti a tutti i livelli, dotare le rispettive organizzazioni di professionalità dedicate e aggiornate;
Il concetto comune di “grandi emergenze” richiama due degli ambiti più critici della società moderna, ossia l’ambiente e i trasporti. Le grandi emergenze legate a fenomeni sociali o comunque inter umani non sono solitamente vissute come presenti nella società occidentale.
Nell’età post antibiotici non si era mai manifestata una grande emergenza su base biologica, mentre eventi avversi di tipo radioattivo, anche quando si sono verificati, sono stati apparentemente mitigati dalla copertura delle fonti informative e dalla ritardata evidenza del danno tipica del danno da radiazioni.
Tra le lezioni apprese dalla pandemia Covid19 emerge dunque la necessità di rinvigorire le competenze nella gestione delle grandi emergenze con particolare riguardo a quelle meno frequenti, “non convenzionali”.