Perché
Cresce in ambito accademico e di ricerca la consapevolezza dei limiti del modello neoclassico ancora oggi dominante negli studi di economia. A essere messo in discussione è il postulato che considera i comportamenti e le decisioni degli operatori economici – consumatori, investitori, risparmiatori – necessariamente improntati a razionalità, nel senso che tendono a ottimizzare l’utile che si può ricavare dall’impiego delle risorse; ragion per cui le ‘regole’ dell’economia hanno una loro razionalità intrinseca che non va messa in discussione. Di qui la possibilità di fare previsioni e indagini di mercato matematicamente attendibili.
In realtà sono proprio le indagini di mercato a evidenziare che la domanda di prodotti e di servizi, e quindi l’evoluzione dei consumi, si carica sempre più di componenti psicologiche e culturali; si carica cioè di aspettative, di emozioni, di desideri, di motivazioni diversee continuamente cangianti.
È ormai da tempo che le indagini di mercato si sono trasformate sostanzialmente in indagini psico-sociologiche, centrate sugli stili di vita dei consumatori, sui comportamenti e sugli atteggiamenti degli investitori e dei risparmiatori. Tutti fattori che vanno ben oltre la tradizionale misurazione dei rapporti tra domanda e offerta, da cui si facevano derivare meccanicisticamente le scelte economiche dei produttori di beni e servizi come degli operatori finanziari e di borsa
Oggi è inevitabile muoversi su una linea di pensiero tra psicologia ed economia, che ha tra i suoi precursori immediati nomi illustri come H. Simon, M. Allais, fino ad arrivare ai recenti lavori coronati anch’essi dal premio Nobel D. Kahneman.
La nuova realtà socio-economica, espressa da un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, sta progressivamente imponendo ai ricercatori l’urgenza di ripensare la disciplina, introducendo nei modelli economici le nuove variabili e le nuove funzioni che quotidianamente vediamo all’opera, all’insegna dell’imprevisto, della paura o dell’eccitazione immotivata, con risultati di incertezza crescente.
Si fa strada la convinzione che questo ripensamento urgente non rappresenti soltanto un arricchimento del dominante modello economico standard studiato in tutte le università, quanto piuttosto una sua rifondazione, lenta e faticosa, ma destinata a crescere fino a rappresentare in futuro un nuovo paradigma negli studi di economia.
Orientare in questo senso un corso di laurea in scienze economiche, per formare quelle competenze e capacità necessarie a presidiare la zona di incrocio tra psicologia ed economia, competenze che saranno sempre più richieste ai professionisti e ai manager – soprattutto nel settore bancario, finanziario, assicurativo e di marketing – per la necessità di interpretare correttamente i contesti reali di decisione dei vari operatori economici, ci sembra risponda a una domanda di formazione pratica.
Per chi
Il mondo delle imprese richiede da tempo nuove competenze e nuovi profili professionali in grado di governare la complessità dei rapporti economici, l’incertezza e l’instabilità crescente del sistema, le derive della domanda, la selezione e il controllo dei flussi informativi, la direzione dei cambiamenti.
Il corso è dedicato a giovani con interessi rivolti a nuove applicazioni della psicologia, ma anche della sociologia (ricerche di mercato), a operatori economici, in particolare operatori di Borsa, responsabili dei rapporti commerciali internazionali, consulenti e responsabili marketing che intendano perfezionare il loro bagaglio professionale, a psicologi interessati a estendere la loro pratica professionale.
Utile anche per imprenditori e top management, che sono i protagonisti più direttamente interessati a cogliere i riflessi dei cambiamenti socio-culturali sulla domanda di beni e di servizi.
Come
È un corso di laurea ad alta percentuale di innovazione, per cui il rapporto tra teoria, applicazione, ricerca, simulazione e validazione di modelli rappresenta un unicum didattico, non sezionabile. Indispensabili le conoscenze di base della scienza economica e di quella psicologica ma è sul rapporto tra le due che si giocheranno le attività didattiche in aula e sul terreno, la progettazione dei tirocini e il loro monitoraggio, lo studio dei casi e anche la prova finale che dovrà dimostrare da parte dello studente una buona capacità di sintesi e di creatività interpretativa dell’economia di oggi.
Il tempo riservato allo studio personale o ad altre attività formative di tipo individuale è pari almeno al 60 per cento dell’impegno orario complessivo, con possibilità di percentuali minori per singole attività formative a elevato contenuto sperimentale o pratico.
Prospettive di ricerca
L’oggetto del corso – rapporto tra economia e psicologia – è di per sé un vastissimo terreno di ricerca, sia sul versante economico che su quello psicologico e riguarda alcuni dei cambiamenti più radicali del mondo di oggi: il rapporto uomo-mondo, la nuova piramide dei bisogni, la resistenza di certe culture ad acquisire il modello economico dominante, la compenetrazione tra ricchezza e povertà, la crescita dell’incertezza, la funzione del capitale intellettuale rispetto al capitale finanziario e a quello produttivo.